
Cheesecake COTTON gusto classico uvetta e vaniglia





Brioche tradizionale estiva Manju
I kokuto-manju sono delle brioche tondeggianti in stile wagashi caratterizzate da un impasto molto profumato allo zucchero di canna di Okinawa con un ripieno cremoso e vellutato di marmellata Anko ai fagioli rossi Azuki

Quando si mangiano?
Ogni prefettura giapponese ha il suo manju iconico da presentare durante le feste Matsuri estive: a Hiroshima per esempio vengono preparati con uno stampo a forma di acero giapponese e mangiati davanti al Torii gigante nella baia.

Un po’ di storia…
Sembra che il Manju sia arrivato da un convoglio religioso dalla Cina nel XIV secolo in Giappone. In effetti, la ricetta viene dal cinese "Mantou", un panino di grano cotto a vapore con la carne. In Giappone il Manju e' prevalentemente vegetariano perché il buddismo proibisce di mangiare carne.

Artigiani prima che chef!
La nostra marmellata Anko viene fatta in casa dai nostri chef secondo il metodo Koshiban di Yokohama: liscia, cremosa e senza pezzi.

Biscotti ripieni
MOON CAKE
La torta lunare è un dolce asiatico tradizionalmente consumato durante la Festa di metà autunno, una delle festività cinesi più importanti. La torta lunare deriva il suo nome dal fatto che la festa di metà autunno è dedicata all'osservazione ed al culto della Luna.

Brioche
MELONPAN
Fu ideato negli anni 1910 da Hovhannes Ghevenian, un cuoco armeno che lavorava come pasticciere presso l'Imperial Hotel a Chiyoda (Tokyo).
La parola "melon" nel nome non fa riferimento al sapore del pane, ed esistono almeno tre teorie sul suo significato: potrebbe derivare dalla texture ruvida sulla superficie come quella di un melone, o da una corruzione del termine meringue pan (メレンゲパン?, merengepan, "pane con le meringhe") per via della presenza di albumi montati a neve nell'impasto del biscotto, o infine perché per realizzarne uno si prepara un panetto a forma di melone che poi viene ricoperto e cotto in forno.

Cheesecake
COTTON CAKE
La ricetta è stata creata dallo chef giapponese Tomotaro Kuzuno , che si è ispirato a una cheesecake käsekuchen locale durante un viaggio a Berlino negli anni '60. Ha una consistenza caratteristicamente traballante e ariosa, simile a un soufflé quando è appena sfornata e una consistenza simile a una torta chiffon quando è fredda.

Pancake
DORAYAKI
In giapponese dora significa "gong", e probabilmente la forma simile a quella dello strumento musicale ha dato origine al nome del dolce. La leggenda narra che un samurai di nome Benkei dimenticò il suo gong a casa di un contadino presso il quale si nascondeva, e che questi lo usò per preparare il primo dorayaki, da cui, appunto, deriva il nome.

Pasticcino di riso
MOCHI
Secondo la tradizione, viene preparato in una caratteristica cerimonia detta mochitsuki: in questa pratica il riso, precedentemente messo a bagno e poi cotto, viene pestato nel tradizionale mortaio di grandi dimensioni detto usu (臼?) con un martello in legno chiamato kine (杵?).Questo procedimento viene solitamente svolto da due persone che lavorano in coppia: il primo pesta ritmicamente con il kine mentre il secondo rigira e umidifica il mochi.

Waffle
TAIYAKI
Secondo la leggenda, il Taiyaki fu preparato per la prima volta nel lontano 1909, nel ristorante “Naniwaya in Azabu” di Tokyo. Il successo fu immediato e da allora questo curioso dolce a forma di pesce è diventato uno dei simboli del Giappone. La forma del pesce è nata per simboleggiare la Koi, la carpa, che in Asia è da sempre un talismano porta fortuna.

La Nostra Storia
Innamorato della cucina nipponica, Andrea Rullo ha aperto ad Avellino "Barà - Japanese Restaurant" e coltiva in proprio tutti gli ortaggi orientali che entrano nei suoi piatti. Dopo l’inserimento nella guida nazionale Gambero Rosso e l’approvazione come ristorante autentico dal Ministero delle politiche agricole giapponesi, insieme a sua sorella pastry chef Maria hanno aperto questo laboratorio di pasticceria giapponese per conquistare i loro clienti affezionati con manicaretti sempre nuovi e genuini.
Alla base delle loro ricette ci sono:
•ingredienti di stagione, restando in sintonia con la natura;
•basso contenuto di zuccheri per apprezzare meglio le varie tonalità di gusto;
•artigianalità legata alla passione per il Sol Levante.